La lettera Risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 16 marzo 2019 – Poco prima del recentissimo incomprensibile episodio di sfregio al bronzo e lapide dell’Amor patrio e il Valore militare di Palazzo d’Accursio, che troverà ampio spazio di dibattito nella cronaca dei prossimi giorni, in gran sordina è accaduto un altro caso, avvenuto l’8 marzo a Milano, ad opera di alcune femministe radicali. Si tratta dell’imbrattamento della statua di Indro Montanelli collocata nei giardini a lui intitolati.
Piero Paci, Bologna

Risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Chi imbratta o danneggia statue e monumenti è un vigliacco. A maggior ragione chi agisce con fini prettamente ideologici, come è accaduto a Bologna con le statue di palazzo d’Accursio e idem per Indro Montanelli. Agire contro un simbolo indifeso non è un grande gesto di eroismo. Purtroppo non è possibile difendere ogni oggetto del patrimonio artistico italiano ma sarebbe saggio usare la mano pesante, dal punto di vista giudiziario, con chi si rende autore di simili gesti. Eppure le cose non vanno sempre cosi. La severità giudiziaria va usata con chi agisce per fini ideologici, ma anche per coloro che imbrattano i muri del centro storico con i graffiti per divertimento. Sempre a Bologna gli imbecilli di turno hanno compiuto un raid notturno nella zona universitaria con lo spray sporcando muri e portici. Altro show di vigliaccheria. Rischiano poco e si divertono. Ci vorrebbe un Tribunale che come pena stabilisca, al posto del carcere, la seguente alternativa: scelta fra pagare i danni o risarcire pulendo muri, pavimenti, strutture per anziani, scuole e asili nido.

beppe.boni@ilcarlino.net

Fonte: https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/commento/monumenti-imbrattati-1.4493378